Business Roundtable, oltre gli azionisti c’è di più

Ago 23, 2019

200 grandi aziende di Wall Strett sottoscrivono un documento che pone le basi per una maggiore attenzione ad ambiente, fornitori, dipendenti e comunità locali
La buona notizia è che qualcosa si è mosso, e nel centro finanziario più importante al mondo. La cattiva è che al momento i soggetti promotori della “Business Roundtable” sono solo 200, anche se si stratta di alcune delle aziende più grandi al mondo come JP Morgan, Amazon, General Motors.

Dicevamo: 200 grandi player dell’economia mondiale hanno sottoscritto un documento in cui sconfessano quello che per anni è stato il mantra dell’economia liberista: prima gli azionisti, costi quel che costi. Oggi sembrano emergere altri interessi, altri obiettivi da associare alla crescita del business: attenzione all’ambiente, in primis, ma anche tutela delle comunità locali interessate dalle attività delle aziende, rapporti sani e corretti con i fornitori, trattamento dignitoso dei dipendenti, trasparenza verso i consumatori. Sono solo alcuni dei nuovi “must” che le grandi aziende si sono date.

Una bella notizia certo, ma è spontaneo chiedersi quando anche le aziende più piccole potranno permettersi questo tipo di attenzione verso elementi ESG come quelli individuati dal documento della Business Roundtable. Quando anche – per esempio – le PMI italiane potranno mettere ai primi posti della propria strategia di crescita l’attenzione all’ambiente a tutti gli stakeholder coinvolti a vario titolo nelle attività produttive, attenzione che al giorno d’oggi viene spesso interpretata come velleitaria, non declinabile in attività concrete, persino costosa e controproducente. Radicare questo tipo di approccio a tutti i livelli dimensionali delle aziende è infatti condizione imprescindibile per attivare un reale cambiamento della gestione economica e rendere la sostenibilità un approccio alla portata di tutti, effettivo ed efficiente.
Fonte: La Repubblica