IL RISCHIO CLIMATICO? E’ L’EMERGENZA NUMERO UNO PER GLI ENERGY MANAGER

31 Lug, 2020 | Focus Mondo

rischio climatico e scenario energetico

E’ stata pubblicata la terza edizione del Corporate Energy & Sustainability Progress Report di Schneider Electric che prende in esame i modi in cui le aziende affrontano le sfide che nascono dal cambiamento dello scenario energetico.

Per quasi sei aziende su dieci (58% del campione) è il cambiamento climatico il principale rischio a cui far fronte per quanto riguarda il rifornimento di energia.

E’ questo uno dei dati rilevanti che emerge dal Corporate Energy & Sustainability Progress Report 2020 di Schneider Electric. La ricerca si basa su un questionario, realizzato in partnership con GreenBiz Research, a cui hanno risposto 265 responsabili di energia e sostenibilità in grandi aziende di tutto il mondo, ciascuna con almeno 250 milioni di dollari di fatturato annuo.

La gestione dell’energia non è più circoscrivibile al consueto elemento critico di spesa nell’industria, ma si integra ormai in maniera indissolubile con il problema del cambiamento climatico, con il tema della reputazione, con la competitività, con la finanza.

“La gestione di energia e risorse è ormai ben più che una questione di bollette da pagare, è uno strumento strategico con cui le aziende possono contenere rischi finanziari e di reputazione” ha commentato Bill Brewer, VP Global Energy & Sustainability Services di Schneider Electric. “Lo scenario sta cambiando rapidamente e se si vuole restare competitivi è necessario implementare strategie che dimostrino di avere ben compreso qual è il futuro della gestione dell’energia”.

Oltre alla questione ambientale, che si conferma uno dei perni dei programmi energetici delle grandi aziende (51,5% del campione), è la percezione del pubblico la leva che spinge a investire in energia sostenibile, sia per i vantaggi per il brand e la sua reputazione (50%), sia per il possibile vantaggio competitivo che ne deriva (47%).

Il 70% degli interpellati quest’anno ha dichiarato di avere stabilito obiettivi in termini energetici o di sostenibilità e di averli resi pubblici, contro il 57% del report 2019. Un incremento che i ricercatori rimarcano come “molto significativo”.

Le scelte per uno sviluppo sostenibile e per un minor impatto ambientale si rivelano quindi non solo vantaggiosi a livello economico ma producono benefici in termini di qualità della vita e lotta alla crisi climatica, migliorano notevolmente la reputazione aziendale e spingono l’innovazione verso un progresso rapido ed efficiente.