Conflitti ambientali, comunicazone e mediazione al SALONE CSR IS 2016

Ott 19, 2016

Alberto Marzetta, Amapola, ha partecipato al Salone CSR IS 2016 che si è svolto a Milano il 4 e 5 ottobre, uno degli appuntamenti più importanti per il mondo della CSR italiana.

Abbiamo dato il nostro contributo al racconto della CSR e della comunicazione ambientale attraverso la moderazione di un evento e la partecipazione ad altri due da parte di Sergio Vazzoler, partner dell’agenzia e persona più che influente sui temi trattati. Sergio ha infatti condotto l’evento dal titolo “La mediazione dei conflitti ambientali” portando Veronica Dini, coordinatrice progetto “Mediazione dei conflitti ambientali”, Nicola Giudice, responsabile Servizio di conciliazione della Camera Arbitrale di Milano, Lucia Musselli dell’Università degli Studi di Milano e Alfredo Parodi di Assolombarda ad entrare nel dettaglio della mediazione delle controversie legate al tema dell’ambiente, e partecipato ad altri due eventi. Il primo, promosso da FIMA, Federazione Italiana Media Ambientali, dal titolo “Emergenze ambientali e comunicazione di crisi: terremoti ieri e oggi, da l’Aquila al centro Italia” lo ha visto dialogare con Cristina Pacciani, Responsabile Ufficio stampa ISPRA, Biagio Oppi, delegato Ferpi Emilia Romagna, Rossella Ivone, giornalista sulla comunicazione necessaria (e ad oggi quasi mai sufficiente) quando accade un disastro naturale. L’evento, partendo dalle tesi inserite nel libro dal titolo “Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi”, ha affrontato la comunicazione nei casi di disastri naturali evidenziandone difetti e opportunità. Il secondo è stato invece un contributo alla presentazione del libro di Rossella Sobrero, Presidente Koinetica, e Dea ex machina del Salone “Comunicare la sostenibilità, 20 tesi per il futuro” in cui l’autrice ha raccolto 20 testi per un’efficace comunicazione di sostenibilità tra cui, appunto, quella di Sergio. Abbiamo seguito in diretta su Twitter i primi due eventi e ripercorrendo il flusso di Tweet diventa facile raccontarvi come è andata. L’evento dedicato alla mediazione sui conflitti ambientali si è aperto con una domanda apparentemente semplice, che semplice non è, come confermato dalle risposte ottenute. Sergio ha infatti esordito così: “Che cos’è oggi un conflitto ambientale?”, le risposte fornite sia dall’avvocata Dini sia da Nicola Giudice ampliano immediatamente il dibattito. Non è solo questione di ragione o torto di un territorio o di un’impresa rispetto al contendente, ma i conflitti ambientali portano ad altro: Un conflitto ambientale parte da violazione e sfocia in questioni connesse all’impatto sociale. Spesso non trovano facile mediazione Se esiste un impatto sociale connesso a un conflitto ambientale, allora il tema, ad esempio, delle sindromi Nimby è molto vicino e connesso. Una problematica che non ha inizio a fatti accaduti, ma… Conflitto ambientale non è solo ciò che segue evento, ma si avvia in concomitanza all’affacciarsi di un progetto #CSRIS16 Se un conflitto ambientale parte all’avvio di un progetto, ad esempio, di impresa, e questo può avere un impatto sociale, come comportarsi? Ecco che entra in gioco la comunicazione e la responsabilità sociale di impresa che, necessariamente, deve occuparsi di stakeholder engagement: Un conflitto ambientale si contiene con maggior dialogo con il territorio e con maggior consapevolezza di cosa sia fare impresa sostenibile Il dialogo e la comunicazione sono dunque alla base di una mediazione ambientale, una base che, come dice Sergio, deve essere costruita consentendo alle parti di esprimere liberamente le opinioni. Dice @sergio_vazzoler che mediare un conflitto si fa esprimendo esigenze reciproche prima di un progetto tra cittadini e imprese #CSRIS16 Ed è questa opportunità di espressione libera e di parità di valore dei soggetti che si incontrano al tavolo della mediazione a rendere questo istituto innovativo. Se da un lato, infatti, Il mediatore guida confronto con modalità mutuate da esperienze civili e commerciali per ridurre le distanze #conflittiambientali #CSRIS16 È proprio la parità dei soggetti in campo a lasciare tutti garantiti e oggetto di una mediazione equa. Infatti: Cifra mediazione conflitti è essere tra pari al tavolo. Ciò è essenziale x temi ambientali: non c’è attore + forte in partenza #CSRIS16 E’ dunque la comunicazione e il governo delle relazioni ad imprimere un valore aggiunto alla mediazione ambientale? La risposta è sì, secondo Nicola Giudice: “Dialogo può essere elemento in più rispetto al giudizio del tribunale” dice @Erostrato70 durante evento su #conflittiambientali al #csrir Ed anche secondo noi. Mediare è un obiettivo che solo una comunicazione efficace, che inizia prima di un progetto e porta al coinvolgimento e alla co-progettazione, è in grado di ottenere. Aggiungiamo anche che l’ascolto, altro elemento imprescindibile per chi comunica e si occupa di responsabilità sociale, è altrettanto fondamentale, tanto che caratterizza l’isituto di mediazione dei confilitti ambientali che pone le figure in campo sullo stesso piano e, come tali, obbligate ad ascoltare le ragioni dell’altro. Una posizione sostenuta e rafforzata anche dall’avvocata Dini che conclude l’evento: Parola all’avvocata #Dini “le procedure di mediazione puntano su dialogo e costruzione percorso perché le parti si siedano a un tavolo #CSR E segnala un sito per approfondire il tema. l’evento sulla mediazione dei conflitti ambientali si chiude con l’indicazione di un sito http://www.mediazioneambiente.it  per approfondire i temi Di diverso tipo il secondo evento di cui abbiamo seguito il live. L’incontro dedicato alle emergenze ambientali e alla comunicazione, con il sostrato del libro dai medesimi contenuti da cui ha preso spunto (Disastri naturali: una comunicazione responsabile? Modelli, casi reali e opportunità nella comunicazione di crisi) ha visto l’alternarsi dei racconti di chi ha vissuto in diretta il dramma di Amatrice e degli altri paesi colpiti dal sisma lo scorso agosto – Rossella Ivone -, con le esigenze di comunicazione tanto durante la crisi quanto prima. Se, infatti, si è sottolineato il ruolo e l’importanza dei social network – in particolare Twitter – per raccogliere l’allarme, comunicare in tempo reale fino anche a gestire le donazioni di sangue, l’elemento centrale dell’evento è stato discutere su cosa sia necessario fare, e anche nel caso di Amatrice non è stato fatto, in termini di comunicazione. Ad esempio: “Nei 365 giorni precedenti il terremoto del 24/8 non c’è stato un tweet sul tema del rischio sismico” dice @CristinaPaccian Un dato, quello tracciato dalla rappresentante dell’ISPRA che la dice lunga sui “buchi” di comunicazione nei territori (non solo Amatrice e l’Aquila, ma anche Genova o i comuni colpiti dalle bombe d’acqua in Calabria o Sicilia) e sulla mancata informazione alla popolazione. Di sicuro non è un tweet a mettere in salvo le popolazioni, ma è un uso consapevole, ragionato e costante della comunicazione a fornire una chiave di lettura consapevole della situazione (e del luogo) in cui si vive. Una comunicazione che Biagio Oppi ha ricordato dover essere trasparente e non di parte: Ruolo della comunicazione deve trascendere, in caso di calamità, dall’interesse di impresa e abbracciare le esigenze di tutti @pranista E che possa accompagnare le persone costantemente. Proprio Sergio Vazzoler ha chiosato sul tema ricordando come i due contendenti alla Casa Bianca, Clinton e Trump, possano contare su una comunicazione pervasiva e diretta a oltre, complessivamente, 130 milioni di persone. Senza giungere a questa profondità, una comunicazione in caso di crisi ambientale può essere ben fatta se costante, chiara, trasparente, non di parte, utile e semplice. Non un convegno. Meglio un caffè preso al mercato.