GLI STATI GENERALI DELLA ROBOTICA COLLABORATIVA

11 Nov, 2020 | Analisi e commenti

Un evento Amapola per Universal Robots e per… parlare di futuro, robotica, lavoro

Abbiamo chiesto al nostro collega Guido Ruffinatto, Innovation Project Manager e ideatore de “Gli Stati Generali della Robotica Collaborativa”, di raccontarci questo progetto, le sue motivazioni, i suoi obiettivi.

«Lavoriamo da molti anni con il mondo della robotica e dell’automazione – ci dice Guido – e abbiamo attraversato diverse narrazioni, modi di pensare e usare la robotica. Abbiamo registrato impressioni e sensazioni legati a essa, a volte difformi. Soprattutto, però, abbiamo notato assieme ad Alessio Cocchi – Country Manager di Universal Robots e nostro cliente storico – che “i cobot”, come ormai tutti chiamano i robot industriali collaborativi, sono andati oltre all’essere uno “strumento di lavoro di fabbrica”».

E’ la cronaca a dirci che, nei fatti, sono diventati utilissimi, a esempio, nell’emergenza Covid, ma soprattutto hanno assunto un ruolo chiave nel traghettare diversi mondi – dalle fabbriche, certo, alle Università e a chi fa innovazione in generale – verso nuovi approdi legati a come fare fabbrica (digitale, intelligente, interconnessa) e a come pensare, o ripensare, la robotica nel suo relazionarsi all’uomo e ai suoi progetti.

«Giunti a queste “evidenze” – prosegue Guido – ci siamo chiesti se non fosse “necessario” interrogare i mondi appena citati per comprendere le loro opinioni. E siamo andati oltre, convinti che la strada fosse giusta. Abbiamo dunque pensato a questo evento, ma anche all’idea di produrre la prima Carta delle Idee della Robotica Collaborativa, un “manifesto” che contenesse sia le opinioni degli esperti, ma anche le idee per il futuro: della robotica collaborativa, certo, ma più in generale nel suo relazionarsi con la vita di tutti i giorni».

Gli Stati Generali della Robotica Collaborativa sono dunque diventati un evento digitale alla presenza di un folto numero di personalità (per l’agenda clicca qui) che, oltre a raccontare il loro punto di vista sulla materia oggetto della loro specializzazione, dibatteranno in una tavola rotonda finale che sia il viatico verso la Carta delle Idee.  Un progetto che,  dal punto di vista della comunicazione coinvolge diverse professionalità di Amapola, abbracciando aspetti delle relazioni pubbliche e delle media relations, a quelli della produzione video e della digital communication.

Un progetto in piena continuità con le attività che da 5 anni Amapola cura per Universal Robots, azienda leader mondiale nella robotica collaborativa. Anni in cui il mercato è cresciuto, confermando la posizione di leadership dell’azienda danese e che ha visto Amapola sperimentare diversi strumenti e modalità di comunicazione. Il 2020, infine, con la sospensione delle fiere e delle attività dal vivo, ha ulteriormente ampliato lo spetto delle attività messe in campo, con modi nuovi di dare forma all’interazione, alla comunicazione. Il digitale, i web meeting, le piattaforme di convegnistica virtuale sono diventate strumenti quotidiani.

«E’ cosi. “Gli Stati Generali”, tuttavia, non sono un semplice convegno digitale – ci spiega ancora Guido –, ma un punto di raccordo fra le migliori menti del Paese per parlare di… uomini. O meglio, di quali effetti la robotica ha sul lavoro, sulla quotidianità di fabbrica, sulle competenze attese e mancanti nei lavoratori del manifatturiero di questi decenni. Ma anche sulla sperimentazione possibile in Università, e nei centri di ricerca, sulle applicazioni attuali e, soprattutto, del futuro. Per questo evento abbiamo coinvolto tutti gli stakeholder più importanti del mondo dell’automazione. Le associazioni di categoria, come Ucimu, la consociata di Confindustria. SIRI, cioè è la Società di Robotica Industriale italiana rappresentata dal suo presidente Domenico Appendino. E poi l’Università. Tre fra i più prestigiosi docenti universitari italiani, Bicchi, Siciliano e Zanchettin, parteciperanno agli Stati Generali. Parliamo di esperti che scrivono i documenti operativi del MIUR su questi temi. Saranno presenti centri di competenze di eccellenza, come Artes 4.0. E poi ancora imprese, brand globali come Pirelli, Ferrero, Electrolux, racconteranno la propria esperienza con i robot collaborativi Universal Robots.

Operativamente che cosa è stato fatto?

«Abbiamo curato interamente l’ideazione del progetto producendo una serie di documenti di presentazione, la segreteria organizzativa, le prove tecniche di trasmissione con ciascuno degli ospiti. Ciascuno dei relatori è stato intervistato e l’intervista pubblicata sul blog di Universal Robots e diffusa sulle properties digitali dell’azienda. Un lungo periodo di avvicinamento all’evento in cui abbiamo iniziato a presentare relatori (che sono il valore aggiunto degli Stati Generali), i temi trattati, i pr angle da cui stiamo raccontando la robotica. Poi cureremo anche il post evento. Dagli atti degli Stati Generali vogliamo infatti sviluppare un instant book che raccolga suggestioni, punti di vista, proposte operative, best practice e che intendiamo mettere a disposizione degli stessi soggetti che abbiamo coinvolto, dal decisore politico ai centri di ricerca, dalle università alle associazioni di impresa. Un documento programmatico che sia anche manifesto di un modo nuovo di usare la robotica. È un cammino lungo».

È un evento che vive in video. Come lo rendicontiamo?

«Al netto della Carta delle Idee della Robotica Collaborativain video. Produrremo un reportage conclusivo dell’evento e ogni relatore sarà intervistato singolarmente. Sfrutteremo fino all’ultima goccia le possibilità messe in essere dal digital per ascoltare e far parlare tutti i protagonisti dell’evento. Da UR stessa, che fa gli onori di casa, fino a tutti i nostri ospiti. Tutti questi materiali serviranno a vivere la comunicazione di questo documento, la Carta delle Idee della Robotica Collaborativa, anche il prossimo anno».

E la Carta della Robotica Collaborativa, quindi?

«Sarà un punto di arrivo e di ripartenza. Con il documento in mano porteremo Universal Robots, tramite le nostre attività di PR, su ogni tavolo dove si discute dei temi emersi nel convegno. Il nostro ruolo di comunicatori è questo, in fin dei conti: creare relazioni, valore, plasmare le opinioni, costruire buona reputazione basata su comportamenti coerenti».