Discariche, rigassificatori impianti elettrici e ferrovie: sono solo alcune delle 331 opere in stallo nel nostro Paese. I dati, anticipati dal Sole 24 Ore sono stati presentati oggi a Roma dall’Osservatorio Nimby Forum, che da sette anni monitora la diffusione del fenomeno delle contestazioni territoriali ambientali. Oggi, a guidare le proteste, sono soprattutto i soggetti politici locali, che si fanno promotori degli interessi specifici del territorio.

Al primo posto della classifica stilata dal Nimby Forum, c’è la paura per il possibile impatto ambientale dell’opera (con il 29,1{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}), seguito dalle preoccupazioni per l’incidenza dell’impianto sullo stile e sulla qualità della vita (con il 22,4{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622}) e dallo scarso coinvolgimento degli stakeholder. Per Aris, l’agenzia di ricerche che coordina il Forum, il fenomeno Smart City potrebbe “essere la via per abbandonare la strumentalizzazione politica delle legittime preoccupazioni della cittadinanza a favore di un autentico percorso di partecipazione che è il più facile antidoto contro la sindrome Nimby”.