Gli attivisti medici che lottano perché gli antibiotici siano esclusivamente per uso umano lodano gli sforzi del supermercato per ridurne l’uso nella produzione di carne, uova e latticini Fiona Harvey Marks & Spencer (M&S) è la prima catena di supermercati del Regno Unito a pubblicare dettagli sull’utilizzo degli antibiotici nella propria filiera agricola, un’iniziativa che rappresenta un passo verso la riduzione dell’impiego negli allevamenti di medicine di vitale importanza per l’uomo. In questi giorni, l’azienda ha pubblicato sul proprio sito informazioni sui quantitativi di antibiotici utilizzati dagli allevatori dai quali si fornisce di carne, uova e latticini. Tali informazioni verranno aggiornate periodicamente per monitorare i progressi verso la riduzione dell’utilizzo di farmaci prescritti come terapia per le malattie umane. Come risulta dai dati, la catena M&S supera gli obiettivi definiti per il settore in senso lato, in particolare per gli allevamenti di polli, dove quest’anno il suo impiego di antibiotici è minore di circa il 90{f94e4705dd4b92c5eea9efac2f517841c0e94ef186bd3a34efec40b3a1787622} rispetto all’obiettivo per il 2020  indicato dalla Responsible Use of Medicines in Agriculture Alliance. L’azione di M&S arriva dopo la pubblicazione di un servizio del Guardian che evidenziava il fatto che nessuna tra le catene di supermercati britanniche rendeva di dominio pubblico i dati sull’utilizzo degli antibiotici nelle proprie filiere.  Un’indagine condotta sempre dal Guardian  ha trovato che il superbug MRSA è ormai presente in quasi il 10 per cento dei prodotti suini presenti sugli scaffali dei supermercati nel Regno Unito. L’utilizzo degli antibiotici negli allevamenti è motivo di grande preoccupazione, per il fatto che può favorire lo sviluppo di batteri resistenti a medicine di vitale importanza. Tale resistenza può essere trasmessa alle persone. Anzi, la resistenza agli antibiotici è stata indicata dal chief medical officer inglese, Dame Sally Davies, come una grave minaccia al nostro futuro benessere, con la possibilità che persino interventi ormai di routine come l’inserimento di protesi all’anca possano diventare pericolosi a causa dell’eccessivo utilizzo e conseguente inefficacia dei farmaci impiegati per combattere eventuali infezioni post-operatorie. Ad oggi M&S è l’unico supermercato a pubblicare i relativi dati.  Il supermercato Waitrose  ha raccolto informazioni dalla propria filiera agricola, ma un portavoce informa che la catena è in attesa di ottenere le necessarie approvazioni e che la pubblicazione potrebbe arrivare nel 2018. In altre regioni del mondo, la somministrazione di antibiotici per accelerare la crescita degli animali allevati per la propria carne è prassi comune. In Europa, tale pratica è proibita, ma i regolamenti ne consentono l’uso per il trattamento di massa di grandi popolazioni di bestiame, e ciò è già motivo di preoccupazione. Infatti, le quantità di antibiotici impiegati nell’agricoltura sono maggiori rispetto a quelle utilizzate per la salute pubblica. Il World Health Organisation ha chiesto il divieto degli antibiotici più potenti sugli animali di allevamento, in modo che i farmaci siano sicuri per l’uso nell’uomo. Le sue raccomandazioni, però, non hanno forza legale e i Paesi, tra cui il Regno Unito, possono continuare ad utilizzarli negli allevamenti. Una proibizione sarebbe malvista nel settore agricolo: nel caso di un’infezione gli allevatori potrebbero vedersi costretti a abbattere il bestiame, anziché poterlo curare. Steve McLean, responsabile agricoltura M&S, ci riferisce: “I nostri allevatori fanno un uso responsabile degli antibiotici. Non li impiegano mai di routine, non ricorrono mai agli antibiotici di importanza critica per la salute pubblica e stanno lavorando per ridurne l’uso ogni anno. Allo stesso tempo, però, escluderne l’utilizzo in toto non è previsto. Il benessere degli animali è al centro del nostro business e l’utilizzo responsabile degli antibiotici significa far sì che gli animali ricevano le terapie appropriate, sotto supervisione medica, in caso di necessità”. Coilin Nunan, consulente scientifico dell’Alliance to Save Our Antibiotics, commenta: “Accogliamo con grande soddisfazione la decisione di M&S di pubblicare i dati sull’utilizzo degli antibiotici tra i propri fornitori. Vorremmo che tutti i supermercati aumentassero la trasparenza verso i consumatori in questo modo, ma finora Waitrose è l’unico altro supermercato che ha deciso di compiere un passo simile”. “I dati pubblicati da M&S – aggiunge – indicano che rispetto alla maggioranza degli altri produttori, i fornitori M&S utilizzano quantità di antibiotici notevolmente minori, soprattutto negli allevamenti di suini e polli. In questi segmenti, i volumi impiegati equivalgono a meno di un quarto rispetto alla media di settore”. Nunan si augura che la catena pubblichi dati ancora più dettagliati, confrontando gli allevamenti all’aperto e quelli biologici con gli allevamenti intensivi e al chiuso. Infine dice Nunan: “Sarebbe importante accedere ai dati sull’impiego degli antibiotici sui tacchini, che è spesso molto più alto rispetto a quello sui polli, ma questo è un dettaglio che si tende a trascurare”.   FONTE: The Guardian]]>